L’accoglienza attiva al Pronto Soccorso: studenti universitari impegnati nell’umanizzazione della medicina d’urgenza
OPS! Bologna – sperimentazione cittadina sull’ospitalità e accoglienza in Pronto Soccorso – è un progetto di ricerca-azione del Centro Antartide in corso a Bologna che prevede la presenza di studenti universitari nei tre principali Pronto Soccorso di Bologna con funzioni di ricerca e di cura dell’accoglienza e dell’attesa dei pazienti e loro accompagnatori. Un’iniziativa che vede la partnership di Azienda USL di Bologna, Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna – Policlinico S. Orsola Malpighi, Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, Agenzia sanitaria e sociale regionale – Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna e l’Università di Bologna e il contributo della Fondazione Carisbo.
Il progetto nasce dalle riflessioni sull’umanizzazione dei luoghi di cura portate avanti dal Centro Antartide e da un lavoro di lunga data avviato con i progetti La Città Civile e Humane Cure, che insistono sul tema della valorizzazione e del rilancio del capitale sociale nelle città e nelle comunità e che individuano i luoghi di cura come spazi strategici in questo senso, coinvolgendo un’ampia rete di soggetti interni ed esterni al mondo della sanità.
OPS! è stato avviato dal Centro Antartide nel mese di gennaio 2019 e continua ad evolversi sul territorio di Bologna e non solo: il progetto si ispira ad alcune esperienze già svolte in Italia, circa una decina in tutto il paese che impiegano diverse tipologie di “volontari dell’attesa” e dal cui benchmarking sono partite le attività, ponendosi anche l’obiettivo di individuare caratteristiche e indicatori per un modello d’eccellenza che possa poi essere duraturo e replicato in altri contesti a partire dalla sperimentazione bolognese. La fase sperimentale del progetto è stata oggetto di una approfondita valutazione di impatto che ne ha messo in luce i buoni risultati per tutti i target coinvolti: studenti, utenti ed operatori sanitari.
OPS! coinvolge un gruppo di studenti dei corsi di Laurea in Sociologia (triennale) e in Sociologia e Servizio Sociale (magistrale), Antropologia culturale ed etnologia (magistrale) e Educatore sociale e culturale (triennale) dell’Università di Bologna: volutamente sono stati selezionati profili che hanno a che fare con le discipline umanistiche e della ricerca sociale, con l’idea di potenziare con il percorso le cosiddette “soft skills” e le competenze legate all’empatia, alla comunicazione, all’ascolto attivo e all’osservazione. I ragazzi e le ragazze svolgono la loro attività nell’ambito del loro tirocinio curricolare ricevendo crediti formativi universitari per la partecipazione all’esperienza.
Elemento qualificante del progetto è un percorso formativo intensivo, ideato e coordinato dal Centro Antartide con la collaborazione dei diversi partner, a cui gli studenti partecipano all’inizio delle attività e che prepara alla presenza in Pronto Soccorso: i moduli interessano la presentazione del la filosofia del progetto, il potere della gentilezza, la presentazione del benchmarking delle altre esperienze italiane, l’illustrazione dei dati e delle linee guida regionali sui PS. Il corso prevede anche l’incontro con i referenti dei PS che illustrano funzionamento e caratteristiche delle strutture, con i volontari delle esperienze italiane più rodate (in particolare GAPS Piacenza), ma anche moduli sulla sociologia della salute, psicologia, linee guida sull’osservazione etnografica partecipante, elementi di norme sulla comunicazione e relazioni con il pubblico delle Aziende Sanitarie e un’innovativa giornata di infermieristica teatrale per iniziare a mettersi alla prova nel rapporto interpersonale. Le attività si svolgono in parte in plenaria, presso l’Università, e in parte presso le strutture dove i ragazzi svolgono la loro attività.
A partire dall’esperienza della fase sperimentale dalle considerazioni della valutazione di impatto, nel 2021 OPS! è stato oggetto di una evoluzione, OPS! Bologna: in rete contro le solitudini, dal Pronto Soccorso alla città, che declina la presenza degli studenti universitari anche sulle Case della Salute di Bologna e ne potenzia le funzioni con una specifica attenzione alle fragilità: si va così a consolidare un ruolo prezioso di queste figure come antenne territoriali, andando poi a costruire – in sinergia con i Servizi di Assistenza Sociale del territorio e i soggetti del terzo settore – uno specifico meccanismo di analisi, orientamento e azione legata all’incontro e all’ascolto di questi soggetti vulnerabili della città.