Prendersi cura degli altri è prezioso e gratificante. E se a volte fosse anche faticoso?

Questa installazione è stata realizzata da studentesse e studenti di questa scuola ed è stata ideata pensando in particolare a tutti i ragazzi e le ragazze che si trovano a prendersi cura di qualcuno, in particolare a casa: un fratello, una sorella, un genitore, un nonno, un amico di famiglia.

Spesso anche alla tua età capita di prendersi cura, per periodi lunghi o brevi delle loro giornate, di altri componenti della famiglia o della propria cerchia ristretta: può essere un impegno leggero o gravoso a seconda dell’aiuto che serve e di quali sono le necessità, una malattia, una difficoltà psicologica, una difficoltà linguistica, o altro.

Quando si è ancora scuola è normale pensare che siano gli altri, i nostri genitori in particolare, a prendersi ancora cura di noi. Eppure si stima che i ragazzi e le ragazze che a casa si trovano a fare già “gli adulti”, anche con i propri genitori, siano tanti, circa 2 per ogni classe!
Quando un componente della famiglia si ammala, soffre di una patologia cronica, di una malattia mentale, o di una disabilità o più in generale di una fatica emotiva o fisica è difficile stare con le mani in mano, perché vogliamo loro bene e aiutare è la cosa più bella del mondo: e allora spesso, in casa, si imparano e si mettono in pratica “prima del tempo” tante cose dal cucinare a dare le medicine, dalla mediazione culturale al vocabolario sanitario e dei servizi sociali, dall’organizzazione della famiglia alla cura della casa, dalla spesa, alle bollette fino ad arrivare al supporto emotivo quotidiano. Può essere molto gratificante riuscire a dare una mano, a fare la differenza e a far stare meglio chi è vicino a noi: ma può essere anche faticoso, stressante, emotivamente duro, può portarci a fare fatica a star dietro alla scuola o farci rinunciare al nostro tempo libero. Può farci sentire molto soli.

Per questo nasce questo progetto, che mette al centro i ragazzi e le ragazze che si trovano in questa situazione e che in termini tecnici si chiamano “giovani caregiver”: se ti riconosci in quello che abbiamo raccontato vogliamo farti sapere, insieme ai tuoi compagni e compagne di scuola, che ti vediamo, che non sei solo, che sappiamo delle tue fatiche e che puoi parlarne, con un adulto o con un tuo compagno che ha fatto con noi una formazione su questi temi.

Se hai bisogno scrivici: 345/5815196

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