Il Bilancio Partecipativo è normalmente inteso come uno strumento attraverso il quale i cittadini sono messi in condizione di partecipare democraticamente alle politiche pubbliche e locali del proprio comune indirizzando in particolare le decisioni relative alla destinazione di una quota del bilancio annuale del Comune. Nella progettazione di questo strumento, che è abitualmente un luogo privilegiato di confronto tra cittadini e amministrazione, si fa sempre più chiara la necessità che anche e soprattutto in comuni di medie dimensioni lo strumento del Bilancio Partecipativo si trasformi da strumento consultivo di democrazia partecipativa (Habermas 1998) a vero e proprio strumento di civic engagement, andando oltre la dimensione del decision making condiviso in un processo di attivazione civica nel quale i cittadini siano non solo coinvolti nell’individuare bisogni e priorità ma anche nel mettere in campo risorse ideative, creative e collaborative insieme ad attività a svolgimento diretto per il loro perseguimento, in un’ottica di sussidiarietà orizzontale.
È in questo senso che si è sviluppato il progetto To B! Dalla partecipazione all’engagement: verso un nuovo modello di Bilancio Partecipativo per il Comune di Anzola dell’Emilia, che, tra i primi comuni in Emilia-Romagna ad attivare il Bilancio Partecipativo nel 2007, ha avviato con l’ideazione e la collaborazione del Centro Antartide una sperimentazione per innovare il vecchio regolamento di BP proprio in ottica di attivazione civica, costruendo cioè progetti per i quali non solo i cittadini decidono su quali ambiti investire le risorse pubbliche e lavorano all’ideazione di progetti sui quali indirizzarle, ma partecipano attivamente alla realizzazione dei progetti stessi in collaborazione con gli uffici comunali. Da qui lo slogan “ToB!”, che ha ricordato per tutto il percorso che per contribuire è necessario “esserci”, lontano dai meccanismi di sondaggio e voto più funzionali alle città di maggiori dimensioni
Il progetto , sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna che ha concesso con determinazione n. 10381 del 27 giugno 2017 il cofinanziamento per il processo nell’ambito del Bando Partecipazione, ha coinvolto la cittadinanza, le consulte di frazione e soggetti organizzati del territorio in un percorso partecipativo a più step. Sono state definite e sperimentate insieme a questi soggetti le modalità di organizzazione del Bilancio Partecipativo, la costruzione dei progetti, le modalità di valutazione e selezione degli stessi e la co-progettazione, andando a strutturare tutte queste fasi in modo da mettere al centro la cittadinanza attiva e la costruzione di reti all’interno della comunità.
Proprio la costruzione di comunità è tra gli elementi centrali del percorso che nella sua impostazione vuole andare in primo luogo a innescare dinamiche di miglioramento della coesione sociale e di stimolo della cittadinanza attiva. In questo senso nel contesto della sperimentazione è stato messo a punto un meccanismo di valutazione e selezione dei progetti presentati basato non sulla messa in competizione delle proposte ma sulla collaborazione e concertazione tra amministrazione e rappresentanti della società civile.
ToB! ha anche previsto nella primavera del 2018 un momento di confronto tra i comuni della città metropolitana e della Regione Emilia-Romagna sulla costruzione di bilanci partecipativi per i rispettivi territori e per quelli delle unioni, a partire anche dalla considerazione che si tratta di uno strumento non obbligatorio per l’amministrazione ma il cui utilizzo ha esternalità positive su tutta la partecipazione democratica della cittadinanza. Si tratta infatti di percorsi privilegiati per avviare processi di cittadinanza attiva e ricostruire di un clima di fiducia tra gli enti pubblici e la società civile che anche in un territorio di storico impegno civico come quello emiliano mostra delle ferite sempre più evidenti che spesso si manifestano in una polarizzazione tra esigui gruppi di cittadini estremamente partecipi alla vita pubblica e alla gestione dei beni comuni e altri invece quasi stabilmente disinteressati ai momenti di snodo della propria comunità. Il modello sperimentato ad Anzola, adattabile agli altri Comuni della città metropolitana e della Regione, ha voluto in questo senso proporsi come esperienza di riflessione per tutta l’area.