The Playful Paradigm è un progetto europeo approvato nell’ambito del Programma URBACT che prevede uno scambio di buone pratiche sul tema del gioco come strumento innovativo di riutilizzo degli spazi urbani, aggregazione, inclusione sociale, invecchiamento sano, contrasto al gioco d’azzardo e alle altre forme di disagio sociale. Il progetto ha come finalità migliorare la qualità e l’efficacia dei programmi e delle iniziative in tema di salute e prevenzione attraverso un confronto e uno scambio continuo con altre città, in particolare a livello europeo, creare un partenariato di città a livello europeo sulla tematica del gioco, valorizzare l’esperienza della città Udine nel panorama europeo e lavorare al reperimento di per reperire fondi per le attività locali.
Nel progetto – che vede Udine quale città capofila (Lead Partner) insieme alle municipalità di Cork (Irlanda), Klaipeda (Lituania), Esplugues de Llobregat (Spagna), Viana do Castelo (Portogallo), Katowice (Polonia), Novigrad (Croazia) e Larissa (Grecia) – sono coinvolti gli uffici Città Sane, Agenzia per le Politiche Ambientali, Ludoteca e Biblioteca Civica V. Joppi e, come partner esterni, l’Archivio Italiano dei Giochi di Udine e il Centro Antartide di Bologna.
Le azioni progettate e realizzate dal Centro Antartide hanno riguardato l’analisi del territorio, una lettura comparata fra i dati percettivi e quelli reali raccolti, una serie di azioni sperimentali e la realizzazione del gioco urbano “Udine Play Around” concentrato sul placemaking. L’area di sperimentazione scelta è stata quella di Borgo Stazione, una zona di Udine situata fra la stazione ferroviaria ed il centro della città. Questa parte della città ha vissuto negli ultimi anni una profonda trasformazione caratterizzata anche dall’incremento di residenti di origine straniera, spesso gestori di pubblici esercizi presenti nella zona. Un quartiere che a seguito delle trasformazioni sta cercando una nuova identità confrontandosi con i problemi di microcriminalità tipici delle aree marginali e le forti tracce architettoniche presenti segno della storia della città.
Nel progetto ci si è concentrati sugli spazi pubblici del quartiere proprio per intervenire sull’ambito della socialità e delle relazioni. Il percorso di costruzione del gioco è partito da una fase iniziale di ascolto con la messa in atto di diverse metodologie che si sono dovute confrontare con le restrizioni dovute alla pandemia: dalle passeggiate di quartiere alla somministrazione di questionari ed interviste ad adulti e bambini. Grazie ad un modello messo a punto in un precedente progetto è stata sviluppata un’analisi comparata fra i dati espressione del percepito ed i dati reali sui vari aspetti che riguardano la qualità degli spazi pubblici: dalle dotazioni al contesto ambientale, dalla sicurezza alle infrastrutture. Questo ha permesso di mettere a fuoco le priorità su cui lavorare con i cittadini di tutte le età, non solo le criticità ma anche le potenzialità.
E’ stata sperimentata una prima attività di placemaking, grazie ad un intervento di arte pubblica, che ha permesso di disegnare in maniera partecipata con i cittadini del quartiere alcuni giochi a terra in punti strategici del quartiere. Questa sperimentazione è stata utile a progettare il gioco Udine Play Around che, per andare incontro ad un pubblico ampio, ha uno sviluppo “digitale”, avvalendosi di due app già esistenti Echoes e Wallame, e uno sviluppo “analogico” più classico da vivere sul territorio.
Il gioco combina il concetto di placemaking con quello di playmaking stimolando le persone a vivere ed interpretare il territorio ma anche ad immaginare, scoprire e segnalare in maniera creativa, con le funzioni digitali e quelle analogiche, gli spazi del territorio.